Speciale Giro d'Italia 2018

Alfredo Binda
Fausto Coppi
Gino Bartali
Eddie Merckx
Marco Pantani
Mario Cipollini
Birocci-Vianello
Ivan Basso
Vincenzo Nibali
Cadel Evans
Alberto Contador
Vincenzo Nibali
La storia del Giro d´Italia ha inizio nel lontano 13 maggio 1909. E´ in una poetica quanto convulsa Milano d´inizio secolo, più precisamente da Piazzale Loreto, che una manciata di 127 ciclisti, alle 2:35 della mattina, hanno dato vita ad una delle più belle e longeve manifestazioni nella storia del ciclismo.
Di quei pionieri solo 49 atleti terminarono i 2448 Km delle otto tappe previste. A dispetto di tutti i pronostici e di tutti gli scettici, che davano già per scontata la vittoria della kermesse da parte di uno dei tanti ciclisti transalpini partecipanti, è stato il muratore di Induno Olona, Luigi Ganna, a far proprio il primo posto ed il ricco montepremi di 5.325 lire.
E' cominciata così, con un pizzico di sorpresa e con una bella favola dettata dal sacrificio, l´avventura di una delle più importanti manifestazioni nella storia di questo sport. Della kermesse ideata da Armando Cougnet, allora collaboratore della Gazzetta dello Sport, pur essendo cambiate le formule, i punteggi e la metodologia delle gare, è rimasto comunque intatto lo spirito, tanto da riuscire a superare i due eventi bellici che hanno sconvolto l´Europa ed il Mondo intero ed il più attuale e meschino scandalo doping.
L´istituzione della mitica “Maglia Rosa” nel ´31, in onore della “rosea” Gazzetta? , la creazione del “Gran Premio della Montagna” e nel ´74 della “Maglia Verde”, la “Maglia Rossa” nel ´66 sostituita poi dalla “Ciclamino”, che da questa stagione ritornerà ad essere Rossa, e l´introduzione nel ´76 della “Maglia Bianca”, dall´edizione del 2009 intitolata a Candido Cannavò, sono quindi solo innovazioni tecniche della manifestazione.
Come è stata innovativa, quasi rivoluzionaria, l´introduzione nel 1933 della prima tappa a cronometro, la Bologna – Ferrara (62 Km) e nel 1935 della prima crono scalata, la Rieti – Terminillo.
Ma l´immortalità del Giro e la sua quasi sacralità gli è stata conferita dai grandi protagonisti, dalle loro storie, dalle vicende quasi epiche che appartengono a questi mostri sacri del ciclismo nazionale ed internazionale.
Stiamo parlando dell´immortale Alfredo Binda che, con i suoi cinque Giri vinti (1925, 1927, 1928, 1929, 1933), è stato certamente tra i più grandi ed indiscussi protagonisti di questa manifestazione. La manifesta superiorità del ciclista di Cittiglio ha indotto gli organizzatori nel 1930, quasi forzando l´ideale sportivo, a pagare lo stesso atleta per non partecipare alla corsa.
Solo altre due leggendarie figure del Giro sono riuscite ad eguagliare il primato di Binda: il popolarissimo quanto discusso Fausto Coppi (1940, 1947, 1949, 1952, 1953) ed il belga Eddy Merckx (1968, 1970, 1972, 1973, 1974).
Coppi, conosciuto anche come “l´Airone”, è entrato di diritto e in modo indelebile nella storia del Giro anche per gli epici duelli con l´antagonista di sempre, il rude “toscanaccio” Gino Bartali.
Un “duello” d´altri tempi, quello tra i due campioni, che ebbe inizio proprio durante l´Edizione del 1940, quando “l´Airone”, partito come gregario di Bartali, è finito poi col vincere la manifestazione.
Dalla metà degli anni settanta ad oggi si annoverano una serie di avvicendamenti sul gradino più alto del podio: da Saronni (1979 – 1983) ad Indurain (1992-1993) sono molti i ciclisti che sono riusciti ad aggiudicarsi il Giro d´Italia o comunque a lasciare un´impronta indelebile nella storia della “corsa rosa” e nel cuore degli appassionati.
Tra i tanti spicca il “Re Leone”, Mario Cipollini, che, pur non avendo mai vinto un´edizione, detiene il record di vittorie di tappa: 42 tutte in volata.
Dal ´97 al 2007, compreso, il Giro “parla” solo italiano: Gotti, Simoni, Savoldelli, Cunego, lo sfortunato “Pirata” Marco Pantani e Garzelli faranno propria la manifestazione.
Solo dal 2008, con la vittoria dello spagnolo Alberto Contador, s´interromperà la lunga serie positiva degli atleti del bel paese. Nel 2009, a ribadire l´internazionalità del Giro, si registra il successo del russo Denis Menchov.
Il Giro del 2010 vede il trionfo di Ivan Basso che, dopo due anni, riporta il tricolore sul gradino più alto del podio. L´atleta gallaratese dopo aver stravinto la 15a Tappa (Mestre - Monte Zoncolan), lasciandosi alle spalle il campione del mondo in carica Cadel Evans, il 30 maggio 2010 vince la novantatreesima edizione del Giro ripetendo il successo del 2006.
La “corsa rosa” del 2010 sarà anche ricordata per il suo retrogusto amaro perché, se da una parte si festeggia il successo di Basso, dall´altra si piange la dipartita di due grandi amici del giro: il Ct della nazionale Franco Ballerini e l´indimenticabile Raimondo Vianello.
Nel 2011 la novantaquattresima edizione del Giro d´Italia, ricordata dagli appassionati e dagli addetti ai lavori come l´edizione che ha visto il minor numero di tappe vinte da atleti italiani (solo 5), termina con il successo dello spagnolo Alberto Contador.
La cerimonia finale, quasi fosse presagio dei successivi accadimenti, viene funestata da un inghippo con l´inno nazionale spagnolo: l´attuale “Marcha Real”, priva di testo, viene infatti sostituita da una versione non ufficiale, con le parole di Josè Marìa Pemàn, usata durante i primi anni della sanguinosa e vigliacca dittatura franchista. L´eco dell´accaduto è così forte tra i media iberici che gli organizzatori del giro sono costretti a porgere scuse ufficiali.
Scuse molto più pesanti verranno chieste mesi dopo allo stesso Contador che, fermato per lo scandalo doping nel febbraio 2012, dopo la squalifica, si rassegnerà a vedere salire sul gradino più alto del podio il secondo classificato della “corsa rosa”: Michele Scarponi.
Stefano Garzelli, il “veterano del Giro”, invece, si aggiudicherà la Maglia Verde, come miglior scalatore.
Ma il Giro del 2011 sarà anche ricordato per la tragica morte del giovane velocista belga Wouter Weylandt, della Leopard Trek, a causa di una rovinosa caduta durante la terza tappa.
La novantacinquesima edizione del Giro d´Italia viene vinta dal canadese Ryder Hesjedal del team Garmin – Barracuda con ben sedici secondi di vantaggio sul secondo: lo spagnolo Joaquin Rodrìguez. Con il quarto minor distacco tra il primo ed il secondo classificato nella storia della “corsa rosa”, pur non imponendosi in nessuna tappa, l´atleta canadese è il secondo corridore non europeo, di sempre, a vincere la competizione. Il primo è stato lo statunitense Andrew Hampsten nel 1988. Per la quinta volta nella storia del Giro (1972, 1987, 1988 e 1995) nessun corridore italiano riesce a salire sul podio.
Il tricolore viene riportato in alto l´anno successivo da Vincenzo Nibali, dominatore dell´edizione numero 96, vincitore di due tappe e in maglia rosa per 14 giorni. Dietro di lui si classificano la sorpresa Rigoberto Uran, e l´eterno Cadel Evans che, a 36 anni, 3 mesi e 13 giorni diventa così il più anziano di sempre sul podio rosa.
Lo sprinter britannico Mark Cavendish si aggiudica invece la Maglia Rossa della classifica a punti, sfuggitagli l´anno precedente per un solo punto, e lascia la propria impronta sullo Stivale con ben cinque vittorie di tappa.
La corsa si è rivelata tra le più dure di sempre a causa del maltempo che ha tormentato i corridori durante tutto lo svolgimento della manifestazione e costretto gli organizzatori ad annullare l´atteso tappone di montagna con Gavia, Stelvio e arrivo in Val Martello. Proprio il maltempo ha però regalato l´ immagine simbolo dell´edizione 2013 con Nibali primo alle Tre Cime di Lavaredo sotto una fitta nevicata fuori stagione.
Vinta dal colombiano Nairo Quintana della Movistar Team, la 97° Edizione del Giro d´Italia ha preso il via da Belfast, la splendida capitale dell´Irlanda del Nord.
La seconda posizione del podio è stata conquistata dal connazionale di Quintana, Rigoberto Uràn dell´Omega Pharma; terzo classificato l´italiano Fabio Aru dell´Astana.
L´edizione 2015 ha visto il ritorno alla vittoria dello spagnolo Contador, già primo nel 2008 e 2011 (titolo poi revocato per squalifica).
"El Pistolero" si è aggiudicato la Corsa Rosa numero 98 senza mai trionfare in una tappa, cosa invece successa due volte a Fabio Aru e Mikel Landa, entrambi dell’Astana, che hanno dato spettacolo in montagna ma si sono dovuti accontentare del secondo e terzo posto sul podio finale di Trieste.
La 99a Edizione della "Corsa Rosa" viene vinta da Vincenzo Nibali dell’Astana Pro Team.
Il messinese, che già nel 2013 si era laureato campione del Giro d´Italia, ha preceduto sul podio finale finale di 52″ il colombiano Esteban Chaves (Orica-GreenEdge) e di 1’17" lo spagnolo Alejandro Valverde (Movistar).
Mai come in questo periodo le immagini di quel 28 maggio 2016, la penultima tappa di quel Giro, quando a due chilometri dalla vetta e a dodici dall´arrivo il compagno di squadra Michele Scarponi si sposta per far lanciare l’attacco allo "squalo di Messina", sono più che mai nitide e vive nei ricordi di tutti gli appassionati di questo sport.
È in quel momento, infatti, che Nibali si è cucito addosso definitivamente la Maglia Rosa.
Nel 2016 il Giro, sempre più internazionale, è partito con ben tre tappe disputate nei Paesi Bassi, per terminare, poi, a Torino.
L´edizione 2017, oltre che come la numero 100, va in archivio come una delle più combattutte di sempre.
La maglia rosa cambia infatti proprietario ben otto volte nel corso delle 21 tappe disputate tra Alghero e Milano.
In Piazza Duomo prevale Tom Dumoulin, primo olandese ad imporsi nella Corsa Rosa, sul colombiano Nairo Quintana e su Vincenzo Nibali.
Il ciclista del Team Sunweb conquista la maglia rosa vincendo la cronometro individuale di Montefalco, la perde a Piancavallo ma la indossa definitivamente a Milano giungendo secondo nella cronometro vinta dal connazionale Van Emden.
Ciò gli basta per distanziare Quintana e Nibali rispettivamente di 31 e 40 secondi in classifica generale.
Nota di merito anche per lo sprinter colombiano Fernando Gaviria, capace di vincere ben quattro tappe.