Six Nations
STORIA DEL SIX NATIONS Nato nel lontano 1883 il torneo più antico e leggendario della storia del rugby per buona parte della propria esistenza è rimasto svincolato dagli schemi e dai regolamenti di qualsiasi federazione. Saranno proprio gli inglesi ad aggiudicarsi il primo torneo bissando il successo nel 1884. La prima classifica ufficiale arriverà solo nel 1993 perché, fino a quel momento, i match, che si svolgevano con cadenza relativamente regolare, venivano documentati dalla stampa che si occupava anche di redigere una classifica del tutto ufficiosa. Nel 1890 le nazionali partecipanti redigeranno una sorte di regolamento e la stagione successiva la Scozia conquisterà la sua "Triple Crown". Ma il rugby ed in particolar modo questa manifestazione, al di là delle statistiche e dei risultati sportivi, deve la sua leggenda e la sua solennità soprattutto alle gesta e alle storie dei suoi protagonisti. Il primo allargamento del torneo, malgrado l'arcigna opposizione degli Scozzesi, arrivò nel 1910 con l'ammissione della Francia. Con il divampare in Europa del primo conflitto mondiale, "La Grande Guerra", il torneo non venne disputato dal 1914 al 1919. Il 1959 è l'anno dei "galletti" che, a quarantanove anni dall'esordio nel torneo, conquisteranno il loro primo Cinque Nazioni. Il primo "Grande Slam" dei transalpini arriverà invece nel 1968. Nel 1972 i rapporti tra Irlanda e Inghilterra si deteriorano sempre di più, la tensione è alle stelle e l'escalation della crisi induce le rappresentative di Scozia e Galles a non recarsi a Dublino per giocare i match. Il torneo, quindi, non venne completato. Dal punto di vista sportivo, invece, nel 1973 si avrà uno dei casi più eclatanti e bizzarri nella storia del Cinque Nazioni: tutte le compagini partecipanti, avendo ottenuto due vittorie e due sconfitte ciascuna, a causa della mancanza di un criterio discriminante nel regolamento, vennero incoronate vincitrici ex-aequo. Nell'edizione del 1988 viene istituito tra Inghilterra ed Irlanda il "Millennium Trophy": trofeo da assegnare alla squadra vincitrice del match. Nel 1993 si ha la prima classifica ufficiale del torneo e si registra la nascita del "Championship Trophy", la coppa destinata alla compagine vincitrice della manifestazione. Il 1998 è "L'anno zero" del rugby Italiano, infatti, grazie all'approvazione del comitato organizzatore, la nazionale azzurra viene invitata a partecipare al torneo che assume l'attuale formula e viene quindi chiamato Sei Nazioni o Six Nations. I sogni rugbistici di un intero paese si concretizzano dopo che nel 1996 si era già ventilata l'ipotesi, poi sfumata, di poter partecipare alla blasonata competizione a causa della possibile esclusione dell'Inghilterra. Gli azzurri fanno il loro esordio il 5 febbraio del 2000 contro la Scozia e, vincendo il match per 34-24, riescono a scongiurare l'onta del "Wooden Spoon" o più comunemente conosciuto "Cucchiaio di Legno". E' la nazionale allenata dal neozelandese Brad Johnstone, che ha raccolto la pesante eredità del tecnico francese George Coste, ed è anche il gruppo guidato dal mediano Diego Dominguez. Sarà proprio il giocatore di origini argentine, con i suoi drop ed i suoi calci piazzati, a determinare l'importante successo nel match d'esordio contro i campioni in carica. Classificatasi nel 2001 e nel 2002 ultima, con il magro bottino di zero vittorie, la rappresentativa azzurra si vede rifilare per due edizioni consecutive il "Cucchiaio di Legno". La leggenda dice che l'usanza di rifilare il tanto vituperato utensile venne introdotta nel lontano 1884 dal campione inglese William Bolton. Solo nel 2003 gli azzurri guidati dal neo tecnico John Kirwan, battendo per 30-22 il Galles, conquistano la loro seconda vittoria nel torneo. Il 2007 è un anno molto importante per il rugby italiano: gli italiani, infatti, oltre a vincere per 37-17 il loro primo match in trasferta in casa della Scozia, bissano il successo battendo per 23-20, allo stadio Flaminio di Roma, il Galles. Sempre nel corso di questa edizione, in occasione del 200° anniversario della nascita dell'eroe Giuseppe Garibaldi, Francia e Italia istituiscono la loro personale coppa, chiamata per l'appunto "Trofeo Giuseppe Garibaldi". Il 2008 è l'anno del Galles che, oltre ad aggiudicarsi il torneo, vince anche il "Grande Slam". Gli azzurri, con il magro bottino di una sola vittoria come la Scozia, escono a testa alta da questa edizione perdendo alcuni match di misura e giocando comunque con carattere. E' l'Irlanda la regina del Six Nations 2009: i britannici, dopo aver vinto nel 1985 il Cinque Nazioni , si aggiudicano anche il "Grande Slam". Nel 2010 l'Italia di coach Mallett, confermato alla guida tecnica, con la sola vittoria ai danni della Scozia chiude il torneo all'ultimo posto in classifica. Discorso completamente diverso per la Francia che, oltre ad essersi laureata regina di questa edizione, ha conquistato anche il "Grande Slam". Il 2011 è l'anno dell'Inghilterra che, anche grazie ai 50 punti realizzati da Toby Flood, vince il torneo. Il Flaminio di Roma è ilteatro dei dolori (molti) e delle gioie (poche) della compagine azzurra. Il 5 febbraio 2011, infatti, l'Italia sta per compiere l'impresa contro l'Irlanda ma alla fine deve cedere per 13-11. L'appuntamento con la storia, però, è solo rimandato. Sì perché il 12 marzo, dinnanzi a circa 34.000 spettatori che affollano gli spalti del Flaminio, la squadra di Mallett compie l'impresa battendo per 22-21 i "cugini" francesi. Con soli 2 punti conquistati l'Italia, appaiata alla Scozia, è nuovamente il fanalino di coda del torneo. L'Edizione 2012 del Six Nations, vinta dal Galles con tanto di "Grade Slam", si chiude per l´Italia di Brunel al penultimo posto con due punti e un´unica vittoria. Dopo la sconfitta d´esordio con i cugini francesi, per 30-12, gli azzurri nel secondo match del torneo pur disputando una buona gara tra le mura amiche dello Stadio Olimpico di Roma, si arrendono per 19-15 all´Inghilterra. Seguono ancora le sconfitte con l´Irlada (42-10) e col Galles (24-3). Solo nell´ultimo match del torneo la compagine azzurra, dinanzi agli spalti gremiti di gente (piú di 70.000 spettatori) dell´Olimpico, imponendosi per 13-6 sulla Scozia, riesce ad agguantare la prima vittoria di questa edizione. Nella gara di consolazione tra i "fanalini di coda", quindi, la Nazionale Italiana riesce ad avere la meglio. Nel 2013 è nuovamente il Galles ad imporsi ripetendo l´impresa della passata stagione e riuscendo ad eguagliare i due Trofei consecutivi vinti nel ´78 e nel ´79, anche se all´epoca si trattava del Cinque Nazioni. Gli azzurri chiudono la kermesse, per la seconda volta nella propria storia, al quarto posto a pari punti con la Scozia. Nell´ultima giornata del torneo l´Italia, che s´impone per 22-15 sull´Irlanda, saluta il "Barone" Andrea Lo Cicero che chiude la propria carriera con la maglia azzurra. Considerata da tanti una delle Edizioni più belle e combattute degli ultimi anni, visto che alla penultima giornata ben tre squadre (Francia, Inghilterra e Irlanda) si trovavano a 6 punti, il Six Nations 2014 è stato vinto dagli irlandesi. L´Irlanda, che vantava una miglior differenza punti sull´Inghilterra, si aggiudica il primo posto e la vittoria finale vincendo 22 a 20 in casa dei transalpini, allo Stadio Saint Denis. Per il rugby azzurro, invece, il torneo del 2014 è e sarà da dimenticare: l´Italia, infatti, si aggiudica, se pur in senso simbolico, il "whitewash" chiudendo a secco di vittorie. L´ultima volta che l´ItalRugby ha chiuso un Six Nations senza successi correva l´anno 2009. A fini statistici da sottolineare che Sergio Parisse e Martìn Castrogiovanni, ciascuno con 105 match giocati con la maglia azzurra, sono diventati i giocatori con più presenze nella rappresentativa italiana. |